Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore - 20 aprile 2025
Risorti per riconoscere il Risorto
‘Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui , è risorto!’ Ancora una volta sentiamo questo annuncio, questa parola. Non è qui!
Già ma ci chiediamo : dov’è? Dove sei Signore?
Questa sera in questa veglia pasquale, cuore della vita della Chiesa, vorrei con voi cercarlo questo Signore, vorrei cercare le sue tracce, vorrei che ci fermassimo anche se siete stanchi per la giornata, o forse delusi, amareggiati per il lavoro che manca o è troppo, per quel parente che non mi guarda più, per quel figlio che “me ne fa passare di tutti i colori”, per quella ferita nella mia vita che non va né su né giù; a che punto è la tua , la mia fede? Quanto mi sostiene e mi guida questa fede nel Risorto?
Forse assomigli a quei discepoli che all’inizio del Vangelo di Marco sul monte della trasfigurazione dicono: "Maestro facciamo 3 tende", stiamo qui sul monte, solo noi: gli altri ci danno fastidio, non capiscono niente. Ecco a volte cerchiamo un po’ di intimità con il Signore o ricordiamo come da bambini andavamo al rosario, a catechismo, al Grest: è stato bello, ma adesso è solo un lontano ricordo. Un Dio da soprammobile, da foto ingiallite appese in casa della nonna. Forse sei ancora là a una fede un po’ sbiadita, un bel ricordo diciamo: ma adesso la vita è un’altra cosa!
Oppure assomigli a Pietro Giacomo Giovanni che potrebbero parlare così tra loro:
"Meravigliosi quei giorni della pesca miracolosa sul lago, la folla sfamata da quel pane in abbondanza e quella chiamata: 'Pietro, Giacomo, Giovanni: viene i seguimi!' Eravamo tutti innamorati di Lui: c’era il Maestro che chiamava a lasciare tutto e diventare pescatori di uomini, e questo ci bastava!" Una fede dei primi momenti come quando hai incontrato quel ragazzo, quella ragazza che ti ha affascinato: ecco siamo stati affascinati anche noi, lo abbiamo seguito, ma quando la vita ti mette alle corde, quando rimani solo, quando non ci capisci più niente, allora molli la presa con un po’ di rimpianto. Come il seme seminato nella sabbia: cresce all’improvviso, germoglia ma poi manca nutrimento, acqua e muore. Ecco forse sei così, forse siamo un po’ così.
O forse assomigli di più non a Giuda il tradito - traditore ma agli apostoli che si addormentano mentre Gesù prega nell’orto degli ulivi, in preda al terrore perché avverte già vicina la sua fine; addormentati di fronte a un Dio che scommette su di te, di fronte a un mondo che ha bisogno di una parola nuova, di un gesto di affetto, di un amico vero, di un compagno di viaggio. Assomigli forse alle ragazze che attendono lo sposo nella notte: ma non hanno più l’olio nella lampada che inevitabilmente si spegne. Sei acceso o sei spento di amore per il tuo Signore e per i fratelli?
Oppure sei ancora all’ingresso del sepolcro, come Pietro che corre con Giovanni ma non entra, sta fuori, ha paura di compromettersi; il mistero ti fa paura anche se ti affascina. Meglio stare alla larga, non compromettersi troppo con questo Gesù, con la Chiesa, con i cristiani: ho la mia vita, i miei progetti, i miei principi. Non faccio del male a nessuno, non chiedermi altro. Va bene così! Una fede da venerdì santo, una fede non ancora risorta, con il freno amano tirato, come un bel fiore che fatica a sbocciare per paura poi di affrontare vento e pioggia.
O forse ci stai. Come donne che corrono al sepolcro il mattino di Pasqua. Come gli apostoli che a Pentecoste escono dal cenacolo e partono senza indugio: non cercano prove della resurrezione, ma a loro basta il ricordo di tutto ciò che aveva fatto e detto Gesù, basta quella tomba vuota, basta tutto l’amore che avevano ricevuto, basta la sua vita donata in croce, e bastano gli sguardi di tutti coloro ai quali hanno annunciato la buona notizia. Ci stai a buttare tutto per aria, a fidarti di questo Dio diverso? Ci stai a credere davvero che è risorto non a parole ma con i fatti, con la tua vita, ci stai a risorgere tu per primo? Ci stai a lavare i piedi come ha fatto Lui, a non pensare ai tuoi diritti, a non metterti al centro ma a diventare tu discepolo, testimone del Signore? Solo chi è già risorto adesso può sentire che Cristo è risorto. La fede non la capisci ma la senti, dentro: come un nuovo amore, come un profumo che ti avvolge all’improvviso, come un abbraccio inatteso e insperato, come quel nemico che si trasforma in amico. Ho letto che gli Ebrei nei campi di concentramento non erano disperati: nelle fessure delle assi delle baracche nascondevano piccoli foglietti come al muro del pianto a Gerusalemme su cui scrivevano: ‘Il Signore non ci abbandona , è fedele per sempre’. A modo loro vivevano di speranza.
Allora buona Pasqua di cuore!
Buona Pasqua a quei 2 genitori che non hanno più la voglia di pregare perché quel figlio fragile ha tolto loro ogni speranza e gioia di vivere: "Cosa sarà quando non ci saremo più noi?" si chiedono. Loro non lo sanno, ma sono già risorti.
Buona Pasqua a quel ragazzo che dice a una mamma: "Fortunata tua figlia ad avere una mamma come te". Parole tristi ma anche ricche di speranza: quel ragazzo diventerà un bravo genitore!
Buona Pasqua a quelle detenute di Napoli che partecipano a un progetto di una cooperativa: 'Un aroma di libertà'. Dal carcere al bistrot per imparare un lavoro e cambiare vita.
Buona Pasqua anche a te. Non fermarti nella tua ricerca, a qualunque punto tu sia arrivato: anche se ti senti lontano non temere. Lui ha vinto il mondo. Parti da questa notte (giorno) per iniziare a risorgere. Lui ti aspetta ad ogni svolta della tua vita per continuare a risorgere con te.
Questo il nostro saluto a Pasqua: il Signore è risorto veramente!